Nove giovani, tra i 18 ed i 21 anni, tutti di Santa Margherita tranne uno di Montevago, sono stati posti agli arresti domiciliari in relazione alla violentissima maxi rissa culminata nell’accoltellamento di un ragazzo egiziano, avvenuta lo scorso 13 luglio sull’arenile di Porto Palo di Menfi. L’operazione è scattata all’alba di questa mattina, condotta dai Carabinieri della Compagnia di Sciacca e dal nucleo Cinofili di Palermo, su ordinanza di custodia cautelare firmata dal GIP del Tribunale di Sciacca. L’inchiesta è coordinata dalla Procura di Sciacca, guidata dal Procuratore capo Maria Teresa Maligno. Le accuse mosse ai giovani sono di porto illegale di armi e rissa aggravata.
La Dinamica Agghiacciante dell’Aggressione
La brutale aggressione sarebbe scaturita da un futile motivo: un “troppo” sguardo in uno dei locali estivi della rinomata località balneare. All’improvviso, un gruppo di circa trenta giovani ha accerchiato il ragazzo egiziano. Una parte di questi lo ha dapprima insultato con espressioni a sfondo razziale, per poi passare a un pestaggio selvaggio. Il giovane ha tentato di difendersi, ma è stato sopraffatto: picchiato, accoltellato in più parti del corpo e ferito con schegge di vetro di una bottiglia. La vittima è rimasta esanime sulla spiaggia, tramortita. Trasportato d’urgenza all’ospedale di Sciacca e successivamente trasferito al nosocomio di Agrigento, è stato dimesso dopo una settimana di ricovero con una prognosi di una ventina di giorni.
Le Indagini e i Risvolti
Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Sciacca e dalle Stazioni di Menfi e Santa Margherita Belice, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Sciacca, hanno permesso di risalire ai presunti aggressori. Questo è stato possibile grazie alle testimonianze delle persone presenti e al riconoscimento fotografico effettuato sia dai testimoni che dalla stessa vittima. Durante le perquisizioni nelle abitazioni degli arrestati, sono stati rinvenuti tirapugni, un bastone sfollagente, un coltello a serramanico e persino una pistola giocattolo priva del tappo rosso, a riprova della pericolosità degli indagati. Le indagini proseguono per identificare eventuali altri complici.


