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Rigettata la richiesta di confisca di beni a carico del gruppo Mangia. La procura antimafia ha fatto appello

La Procura antimafia di Palermo ha fatto appello contro il rigetto dell’applicazione della misura di prevenzione – con contestuale confisca – nei confronti degli eredi di Antonio Mangia, imprenditore e fondatore del gruppo Mangia, attivo nel settore turistico, delle vacanze e dei viaggi. Nei mesi scorsi il pool coordinato dal procuratore aggiunto Marzia Sabella aveva avanzato la proposta di acquisire al patrimonio dello Stato le società oggi appartenenti alla vedova, ai cinque figli, ai nipoti e agli altri familiari del defunto: Aeroviaggi, Fintur, Beni in Trust, Trust Famiglia Antonio Mangia e Fondazione Antonio Mangia. Il collegio presieduto da Gabriella Di Marco, a latere Ettorina Contino e Vincenzo Liotta, ha però ritenuto insussistenti i presupposti dell’azione, in particolare perchè non è dimostrata l’appartenenza al sodalizio mafioso ma tutt’al più una “contiguità di tipo ideologico”. Non è neanche stata dimostrata l’immissione nelle aziende del gruppo di capitali mafiosi. Mai indagato ne’ imputato, Mangia era stato ritenuto “socialmente pericoloso” dalla Dda per alcuni suoi presunti rapporti con la mafia agrigentina, di cui aveva parlato il pentito Maurizio Di Gati.

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