Dopo settant’anni dal suo ritrovamento nelle acque saccensi, la preziosa statuetta della divinità Melqart-Reshef tornerà temporaneamente a casa. L’opera, attualmente custodita presso il Museo Archeologico Regionale “Antonino Salinas” di Palermo, sarà la protagonista del nuovo allestimento del Museo del Mare di Sciacca.
L’iniziativa sarà presentata ufficialmente in una conferenza stampa che si terrà il 7 novembre alle ore 10:30.
Un Prestito per Agrigento 2025
Il prestito eccezionale rientra nel programma delle iniziative finanziate dalla Regione Siciliana nell’ambito delle celebrazioni per Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025. La statuetta rimarrà esposta a Sciacca fino a metà marzo, offrendo un’occasione unica per ammirare il reperto nel luogo del suo ritrovamento.
Le Autorità Presenti
Alla conferenza stampa per illustrare i dettagli dell’operazione e il valore dell’esposizione parteciperanno diverse autorità regionali e locali, tra cui:
- L’Assessore ai Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Francesco Paolo Scarpinato.
- Il Direttore del Parco della Valle dei Templi, Roberto Sciarratta.
- Il Soprintendente ai Beni Culturali e Ambientali di Agrigento, Vincenzo Rinaldi.
- Il Sindaco di Sciacca, Fabio Termine.
L’evento segna un importante passo nella valorizzazione del patrimonio archeologico marino e culturale della Sicilia occidentale.
La Statuetta di Melqart-Reshef: Storia e Significato
Il Ritrovamento e la Contesa Legale
La statuetta bronzea, alta circa 38 cm, fu rinvenuta nel gennaio del 1955 nelle acque tra Selinunte e Sciacca dal peschereccio locale Angelina Madre, impigliandosi nella rete a strascico. Inizialmente, i pescatori ne ignorarono il valore: fu regalata e passò di mano (si parla di uno scambio per due fiaschi di vino) prima che l’importanza archeologica fosse riconosciuta.
Ne scaturì una lunga controversia giudiziaria, poiché secondo la legge del 1939 i beni culturali rinvenuti appartengono allo Stato, contrapponendo il Comune di Sciacca, lo Stato, gli eredi dell’ultimo detentore e l’armatore del peschereccio. Alla fine, il reperto fu assegnato allo Stato ed esposto al Museo “Salinas” di Palermo, dove si trova tuttora.
La Divinità e la Datazione
La statuetta raffigura una divinità cananea e la sua datazione è molto antica, oscillando tra il XIII e il IX secolo a.C., attestando la frequentazione della Sicilia da parte di popolazioni del Vicino Oriente (probabilmente Fenici) in un’epoca molto precoce.
- Identificazione: Inizialmente identificata come Melqart (la principale divinità maschile di Tiro, assimilata dai Greci a Eracle), gli studiosi l’hanno successivamente accostata a forme di Ba’al, Hadad (divinità atmosferiche mesopotamiche) o Reshef (un dio fondamentale nel Mediterraneo, specialmente nel periodo Hyksos dell’antico Egitto).
- Significato: La figura è rappresentata in una posa minacciosa e ammonitrice, con il braccio destro levato, che probabilmente sosteneva un fulmine, uno scettro o un’arma. Questo suggerisce la sua potenza come dio atmosferico, delle tempeste e degli uragani.
Il suo temporaneo ritorno a Sciacca è visto dalla comunità come un evento di grande valore storico ed emotivo, che valorizza l’importanza della Sicilia sulle rotte commerciali e culturali dell’antico Mediterraneo.
